martedì 29 dicembre 2015

Tana per me!

Fra qualche giorno finisce il 2015 e come mi faceva notare G. su questo blog non vi è alcuna testimonianza che io sia ancora virtualmente attiva.
Mi sono resa conto che paradossalmente più cose accadono nella mia vita e meno l'istinto di condividerle è forte. I fanatici dei social non capiranno.

I momenti di grande calma e riflessione, diciamo così, sono i più proficui per la scrittura.
Questo è stato invece un periodo di azione, fisico. Le mie energie sono state catalizzate nel cercare di capire se mi stessi muovendo nelle giuste direzioni, timorosa ad ogni passo come sempre.
Sento un rincorrersi talmente frenetico di domande e paranoie che urlano le une sulle altre che il solo pensiero di metterle a tacere per qualche minuto, raccogliere le idee e delinearle in forma scritta, mi sembra una rischiosa interruzione di corrente.

E infatti passo da qua solo per appoggiare un sassolino sull'anno passato, che è stato ruvido e impervio, spesso desolante, e forse preso dai sensi di colpa ha voluto riscattarsi sul finale, portando novità straordinarie che se tutto va bene illumineranno i mesi futuri.
Io lo spero tanto.

mercoledì 15 ottobre 2014

Scrivere il curriculum

Cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

- Wislawa Szymborska -

mercoledì 10 settembre 2014

mai

Quella cosa che dicono, che per quanto tu possa sforzarti per diventare una persona migliore, verrai sempre e comunque criticato fino a farti pensare di essere il peggior reietto sulla Terra, è insopportabilmente fottutamente vera.

martedì 29 luglio 2014

Non lo saprà nessuno

Che abbiamo vissuto,
che abbiamo toccato le strade coi piedi,
che andavamo allegri,
non lo saprà nessuno.

Che abbiamo guardato il mare dai finestrini dei treni,
che abbiamo respirato l’aria che si posa sulle sedie dei bar,
non lo saprà nessuno.

Siamo stati sulla terrazza della vita fintanto che sono arrivati gli altri.

Nino Pedretti

martedì 22 luglio 2014

tutto e niente

poi quando comprendo che per realizzare i miei progetti dovrei essere allo stesso tempo grafica e fotografa e programmatrice e copywriter e sarta e pr e commercialista ed esperta di marketing e allestitrice, e chissà quante altre cose,
mi piglia uno sconforto e un panico e un'apatia e un istinto alla procrastinazione e al perfezionismo e un'insoddisfazione e uno smarrimento che forse vado al mare.

mercoledì 4 giugno 2014

Vitealcinquantapercento

Che in realtà il segreto è quello di non averne, segreti.
E però a volte capitano, te li ritrovi in mano senza che l'avessi calcolato, e devi maneggiarli ma non sai come si fa, perché non ci sei abituata, vorresti chiudere il pugno ma ti sembra violento, farli scivolare per terra ma ti accorgi che sono vischiosi.
Pesano. Irritano. Occupano troppo spazio.
Ti condizionano nei gesti, nelle volontà, sono porte chiuse a chiave, ostacoli di cui non sentivi il bisogno, violentano il volo, affievoliscono la luce e provocano cali di corrente.

Chi ci convive, come fa? Come sono le loro giornate, serene? Quanto spesso ci pensano? Vorrebbero liberarsene o ne hanno accettato rassegnati l'ingombro? Si pentono o credono che ciò li renda più forti? Riescono a sentirsi completi o sono vittime che lasceranno sanguinare le ferite in eterno?
Si chiedono mai se sia davvero necessario?

A me sembra di camminare nel fango.

martedì 20 maggio 2014

Poche cose

Io credo che potrei essere una persona molto più serena e adorabile se solo..

. fosse perseguito penalmente chi non risponde alle mail
. venissero aboliti i mocassini, in particolare quelli blu scamosciati da uomo
. i suv e le smart venissero confinati in apposite aree atte solo alla loro circolazione
. si evitasse di urlare
. fosse nuovamente reperibile la pasta fillo
. chiudessero i delfinari (e compagnia bella)
. potessi carpire il segreto dei cookies di Millie's
. fondesse l'autoradio ai tamarri, o fossero almeno costretti ad insonorizzarsi
. ricevessi consigli solo se richiesti, strettamente necessari e da gente competente
. fosse chiaro che se devi svoltare a sinistra la corsia di destra non è cosa che ti riguarda
. imparassi cosa rispondere a chi mi dice che sono troppo magra
. importassero in Italia i digestive al cioccolato fondente
. i ciclisti smettessero di tentarmi coinvolgendomi nei loro tentativi di suicidio
. avessero già inventato il teletrasporto
. ci si lamentasse di meno, anzi per niente

(poche cose, in fondo)

domenica 6 aprile 2014

Fine.

Una cosa che trovo gratificante è poter giudicare le esperienze dopo averle vissute direttamente.
Gli ultimi mesi sono stati impegnativi, principalmente per l'alterazione delle mie consuete abitudini vitali.
La privazione più grande da dover sopportare è stata quella alimentare.
E al termine del mio mese e passa di vita vegana ho avuto la conferma delle mie convinzioni: chi fa scelte di questo tipo fa parte di quella cerchia illuminata che - a differenza dei comuni mortali -  ha la capacità di interpretare il cibo come fonte di alimentazione mirata alla sopravvivenza anziché come puro godimento e ragione di vita.

Le limitazioni le ho sempre viste come atti di violenza autoinflitti, ancora di più quando sono di ostacolo al piacere. Vale come nell'amore. Lo fanno tutti, ma c'è differenza tra l'eseguire le solite azioni meccaniche finalizzate a un orgasmo e lo sperimentare ogni volta, scoprire mondi nuovi e alienarsi completamente tra fremiti e percezioni.

Esistono i vegani in ogni ambito, e sono quelli che sanno accontentarsi, che non sentono il bisogno di trovare l'estasi dei sensi. Sono quelli che solo esistono.