mercoledì 12 maggio 2010

MY RESTLESS MIND

fuck me i have no peace.
where do thoughts end?
nowhere i guess.
do they ever sleep,
or take a nap at least?
my brain works so fast,
it steps from one world to another,
it wants to go everywhere,
it wants to go back to the past.
really wish i could see a Nirvana concert
wish i could create a collection
scared and curious about what's next
afraid of falling in love
too much love to give.
anyone.
kilos of clothes on my chairs
haven't got the slightest intention of tidying them up.
never ever want to miss an occasion,
i've got too many important reasons to go.
almost as much as i have to stay.
then my mind goes,
and my body stays.
restless.

venerdì 30 aprile 2010

.come sempre sei.la descrizione di un attimo.per me.

...e così scopro che non mi avevi cancellata, un angolino per me l'avevi lasciato, mi ci hai rinchiusa al buio per tanti anni, finché qualcun altro è arrivato e ha fatto filtrare un fascio di luce dalla finestra, e io sono tornata visibile giusto per un attimo, ma tanto ti è bastato per ricordarti di me...
...e poi mi hai fatto rincontrare una persona che non vedevo da tanto tempo, una delle tante che avevo rimosso, che appartenevano a una vita passata, me...
com'ero piccola, mi facevo consolare dalle rose sui viali di parigi, cucivo peluche sui cuscini, allora ero convinta che bisognasse razionalizzare l'istinto.. quanto mi hai fatto crescere, tu che già eri adulto, che mi hai guardato con gli stessi occhi, parlato nello stesso tono e capito con la stessa intelligenza di sempre..

..penso a un certo punto di aver fatto confusione su chi dovesse aiutare chi.. era insolitamente naturale riuscire a parlare così liberamente, senza pensare, senza paura di annoiare, senza preoccuparmi dell'effetto che facevo, anche se ora riconto le occasioni in cui avrei fatto meglio a tacere..

ho imparato che la relatività del tempo è spaventosa, fa scherzi maligni, dilata gli spazi o li annulla senza darti il tempo di prenderne coscienza; avevo appena raggiunto la vetta, ed ero a valle, mi ero messa in viaggio, ed ero già approdata, non avevo ancora chiuso la valigia, e mi trovavo dall'altra parte del mondo. avevo tastato quanto fosse concreta la realtà prima ancora di finire di immaginarla.

la relatività del tempo è spaventosa, però, come noi, ragiona col cuore, e ha buona memoria (adesso vorrei sapere se ti ricordi del nostro patto, mi sono dimenticata di chiedertelo...)

lunedì 26 aprile 2010

L.i.I.t.A.



non mi riconosco neanche più.. mi chiedo dove siano finiti il mio cinismo e la mia perenne disistima, ultimamente mi sembra tutto meraviglioso, mi do anche un po' fastidio da sola, sono come una ragazzina quindicenne al suo primo amore che vede tutto il mondo rosa e luminoso, ansia... troppo zucchero fa venire il diabete..

detta così sembra una cosa brutta, in realtà se non fosse per la fottuta paura che da un giorno all'altro possa succedere qualcosa che alteri questo idilliaco equilibrio sto davvero bene.. come quando guardo il mare dalla terrazza e non posso vederne la fine, e mi sento così tranquilla, ed è come se fossi sospesa nel vuoto..

ieri sera la giusy stava dicendo che secondo lei aveva la sfiga addosso, e in quel momento ha rovesciato per terra mezzo litro di birra appena comprato, e ci siamo messe a ragionare sul karma.. grande filosofia quella orientale, dannatamente concreta! è tutta una catena di eventi; più io sorrido, più mi sembra che gli altri mi sorridano, e più loro mi sorridono, più mi viene voglia di ridere.

..credo di essere profondamente innamorata delle persone che sono entrate nella mia vita ormai cinque lunghissimi anni fa, e questo mi da un'energia incredibile, mi fa rendere conto per che cosa valga realmente la pena vivere..
forse ognuno pensa lo stesso dei suoi amici, ma è come se voi tiraste fuori il meglio di me, perché siete il meglio che potessi trovare. vi ho rivisti (quasi) tutti insieme dopo moltissimo tempo, e scoppiavo di gioia, perché nonostante tutti gli allontanamenti forzati, i periodi di silenzio, gli imprevisti delle relative esistenze, era come se non ci fossimo lasciati neanche per un istante, e l'empatia unica che abbiamo costruito negli anni era più viva che mai.
devo sicuramente aver fatto qualcosa di grandioso nella mia vita precedente per meritare di conoscere delle persone così eccezionali.

..e torno a sorridere, e guardo per la millesima volta il mio smalto nuovo, ed è bellissimo..
..e penso alla giornata che mi aspetta domani, e so che rideremo come delle sceme per alleviare la pesantezza del primo giorno della settimana, e sorrido..
..e perfino questo cazzo di lavoro che non riesco a farmi piacere, in fondo in fondo, mi piace..
..e ricerco le persone che negli anni ho perso, e gli sono grata per i bei ricordi che mi hanno lasciato in cambio della loro presenza..
..e vago con la mente verso l'estate che molto, molto lentamente arriva, e che già promette nuove emozioni..

martedì 6 aprile 2010

il retrogusto del dolore


mi chiedo come funzioni la memoria umana. se è più come una spiaggia piena di rifiuti, che per quanti se ne possano accumulare, prima o poi, con gli anni, la tenacia del mare porterà via, o come una discarica abbandonata, che anche andandoci a scavare tra cent'anni si troveranno fossili di lattine di red bull e CD rotti.

stasera penso alle volte che ho sofferto. fisso il buio della mia stanza, la spia della stampante, e penso. ma senza emozionarmi, sono distaccata. penso ai dolori passati, non molti in realtà, quasi sempre pene d'amore, qualsiasi amore, anche quello per il mio primo scarabeo.
chissà se questi ricordi la corrente mai se li porterà via, e sarà come se non si fossero mai depositati sull'anima. mi impressiona come ogni volta li riviva così intensamente, come se stessero succedendo di nuovo, mi stupisce come riesca ad evocare perfettamente, spasmo per spasmo, le fitte allo stomaco, i giramenti di testa, la sensazione di non riuscire più a respirare, tutto!
mi ricordo la luce che c'era in quei giorni, o in quelle notti, cosa indossava mia mamma, di che lunghezza avevo i capelli.. ed è sorprendente per me che di memoria non ne ho affatto.
come fa il dolore ad imprimersi così in profondità, a prendersi una parte del nostro cervello e non abbandonarla pur con il passare degli anni? forse sono io che glielo permetto, forse dall'alto della fortezza che man mano costruisco voglio dimostrare a me stessa che ho la forza per rievocare i momenti più orrendi della mia vita, senza più rimanerne sconvolta.
da piccola quando faceva particolarmente freddo mi toglievo i guanti finché non mi si congelavano le mani, e quando finalmente perdevo la sensibilità, che avrei potuto toccare il fuoco senza bruciarmi, mi sentivo invincibile.

stasera tocco il fuoco, e non mi brucio, ma non so perché lo faccio, non mi piace più sentirmi invincibile come da bambina, sento chiaramente che in tutto ciò c'è qualcosa di malato, ma in fondo io stessa sono malata, niente di cui stupirsi..

..mi chiedo se inconsapevolmente e masochisticamente rifiutiamo di separarci dalle esperienze che ci hanno veramente insegnato a vivere, facciamo sì che diventino come macchie di vino rosso su una tovaglia di lino,
indelebili.

mercoledì 17 marzo 2010

storie di cuscini bagnati di lacrime


-certo che la vita a volte è strana
un po' signora un po' ruffiana
e mi domando spesso
se sto meglio adesso
che lo so-

lunedì 15 marzo 2010

e la luna bussò

cazzo certi giorni non gira proprio, chissà perché.. non c'è nessun motivo però non stai bene, pur con tutti i dovuti sforzi.. e poi fuori c'è il sole, non hai più mal di testa, poche ore di lezione...
però no, non va, e più ti metti d'impegno nel sorridere lo stesso e più sorridi e più ti senti un'idiota perché motivi per sorridere non ce ne sono.
ci sono questi giorni in cui mi sento sola, proprio sola.
ho visto tante persone, ne ho conosciute altre, mi sono anche impegnata ad essere più loquace del solito, ma niente, sembra che a nessuno interessi, sembra quasi che li abbia disturbati..
penso di avere qualcosa di sbagliato, se ho imparato qualcosa negli anni è che tutto quello che dai ti torna indietro.. si vede che sto dando merda, quando invece a me sembra non dico oro, ma almeno platino..
e poi perché lei che dovrebbe essere parte di me non capisce che certe cose mi feriscono? è ovvio cazzo, piuttosto stai zitta, che è meglio, non vedi che mi allontano sempre di più, proprio per evitare di sorbirmi le tue cazzate?
e quelli che pensano che tanto tutto ti scivoli addosso, perché sei una persona forte... ma vaffanculo, non è che se hai una lastra d'acciaio devi per forza usare una sega a nastro, puoi anche lasciarla lì dov'è che sta bene lo stesso, anche meglio!
non riesco ad essere sempre uguale, ogni tanto gli strati più duri di corteccia spariscono, evaporano, bho? chissà dove vanno, e mi lasciano scoperta, estremamente fragile e delicata, la mia sensibilità si inspessisce per cercare di sostituirli, e a quel punto anche un granello di sabbia riesce ad uccidermi.. anche la mia pelle è più sensibile del solito, si è ricoperta da un giorno all'altro di minuscoli puntini..

aspettando che cambi la luna, o sperando che qualcuno recuperi un briciolo di tatto nei miei confronti, torno a far finta che vada tutto bene

adieu

sabato 6 marzo 2010

bozze


"c'è una fase di curiosa follia tra la prima brezza odorosa e l'istante in cui scroscia la pioggia"

-don de lillo-

mercoledì 3 marzo 2010

sulfilodeiricordi

L'acqua bolliva già da parecchio tempo. Il livello era sceso e sui bordi interni della pentola che le aveva regalato sua madre si era depositata una sottile striscia di calcare. Il sugo nel frattempo era di nuovo diventato freddo, e due mosche ci ronzavano attorno circospette.
Estranea a quello che avveniva tra i fornelli Lucia se ne stava seduta per terra, appoggiata alla parete della cucina dove un tempo troneggiavano le due damigiane di terracotta. Gli avvolgibili abbassati lasciavano la stanza in penombra, permettendo tuttavia agli ultimi, tenaci raggi di quel sole di fine estate di penetrare attraverso le fessure. Dalla spiaggia ormai non giungeva più il brusio dei turisti e l'atmosfera malinconica e sospesa sembrava studiata apposta per smarrirsi in un flusso di pensieri senza fine.
In questo stato si trovava Lucia quando fu destata da un rumore proveniente dal corridoio. Si alzò. Decise che le era passata la fame. Spense il gas. La gatta aveva di nuovo rovesciato la lettiera.