Cosa dice lei: "Adoro essere
single"
Cosa capisce lui: "Sono sola
e triste senza un uomo, ma me la racconto: fammi cambiare idea!"
Traduzione: "Mi avete
temporaneamente ma prepotentemente sfrangiato le ovaie, in futuro vedremo"
Contesto: Frase pronunciata
generalmente a corollario di un elenco di complicazioni relazionali altrui.
Etimologia:
La protesta femminista degli anni
’60 e ’70 ci ha lasciato alcuni grandi insegnamenti: l’utero è nostro, il
reggiseno stringe e i pesci non vanno in bicicletta. Da queste tre regole d’oro
sono nate le donne single, che prima si chiamavano "zitelle" e
sarebbero state disposte a cedere anche degli organi non vitali pur di
accoppiarsi stabilmente con un uomo, e in seguito hanno preso gusto all’idea di
attraversare la vita in solitaria, attrezzandosi di conseguenza.
La donna single è uguale alle
altre donne, nel senso che fino dalla tenera età le è stata martellata nel
cervello l’idea che prima o poi si sarebbe dovuta accoppiare e fare figli: ma
questo non è (ancora) successo, e man mano che passano gli anni la donna single
è costretta ad interrogarsi sulla natura della sua condizione. Scarsa inclinazione
ai rapporti interpersonali? Pessimo carattere? Scarsa attrattiva? Sfiga?
L’interrogativo si fa sempre più pressante in proporzione all’intensità con cui
le amiche e parenti femmine le grattugiano le gonadi affinché si trovi un
fidanzato/si sposi/faccia figli/presto che è tardi/non vorrai fare la fine di
tua zia Nunzia. L’assunto di base è che la donna single sia sola e triste,
anche quando la donna single in questione è tutt’altro che sola, ha amanti,
amici, amiche, cose da fare, un lavoro o anche due o tre, cani, gatti, criceti
e piante da balcone. La donna single è condannata a stare sulla difensiva, a
giustificare il suo desiderio di non partecipare alla caccia al marito (o anche
solo al fidanzato, ché signora mia, questi uomini moderni) e, se oltre la
trentina e senza ansie ovariche, alla riproduzione della specie. Insomma, pure
se non ti tocca: ti tocca. Non è strano che l’uomo moderno ma anche un po’
antico (quello che non si sposa, signoramia) abbia preso a considerarsi
componente indispensabile per la felicità della donna, tipo l’ingrediente
segreto della Coca-Cola, che se non c’è non è Coca-Cola.
Alcune donne single hanno piena coscienza
della loro vocazione, e pur non essendo in teoria contrarie ad accoppiarsi
anche per brevi periodi, si stufano prestissimo di avere a che fare su base
quotidiana con le ansie, le pippe, i disordini, le infedeltà e la passione per
gli sport minori che sembrano essere incluse automaticamente nel pacchetto-base
di "uomo", tipo bouquet di gestore televisivo a cui è però
difficilissimo apportare delle varianti. Tipo che se ti capita il genere
"Intellettuale di sinistra" non sempre puoi fargli aggiungere
"Clubber inveterato", e se invece ti capita "Presto a letto
presto in piedi" è difficilissimo abbinarlo a "Mattinate languide fra
le lenzuola", perché mentre tu langui lui s’è già alzato ed è di là che
spignatta, pulisce, fa esercizi aerobici davanti alla finestra e canta canzoni
tirolesi. Per non parlare di quelli che il sabato, la domenica e tutti i
mercoledì sera entrano in stato catatonico davanti al televisore (ma poi ti
stracciano le santissime se osi proporre la visione di Orgoglio e pregiudizio
in sostituzione dell’ultimo lavoro con protagonista Vin Diesel). Insomma,
l’uomo è bello ma non ne vorrebbero uno installato permanentemente in salotto.
Per capirci: lei adora essere
single. Ma una botta e via, o una relazione tempestosa e decidua, si può anche
fare.
Esempio di dialogo errato
Lei: "Adoro essere
single."
Lui: "E’ perché non hai
ancora incontrato quello giusto."
Esempio di dialogo corretto
Lei: "Adoro essere
single."